A.C. 4286-A
Presidente, onorevole sottosegretario, onorevoli colleghi, a distanza dalla conversione del decreto-legge n. 189 del 2016, che recava i primi interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dagli eventi sismici che si sono verificati tra il 2016 ed il 2017 nelle regioni Marche, Umbria, Abruzzo e Lazio, la Camera dei Deputati affronta l'esame di un nuovo decreto che, in progress, va a migliorare quell'impianto normativo e ad integrarlo, alla luce dell'esperienza di questi mesi e di alcune esigenze che sono sopravvenute. Il sisma che da agosto ha iniziato a martoriare l'Italia centrale ha devastato territori, economie fragili, comunità, che però hanno saputo reagire con grande dignità e civiltà. È dovere delle istituzioni – di tutte ! –, se vogliono essere all'altezza del compito di promuovere il bene comune, non abbandonarle, non lasciarle sole a recuperare e a ricostruire quei territori. Dobbiamo riportare alla normalità il cuore del Paese. Noi non le lasciamo sole, non le lasceremo sole, né loro, né le popolazioni, né gli amministratori, lo dimostra l'impegno che è stato posto nel corso dell'esame in Commissione, dove è stato ulteriormente migliorato un atto che già in origine dava delle risposte efficaci: un ottimo impianto che è stato migliorato dal lavoro svolto con serietà e con spirito costruttivo. Qui mi sia consentito ringraziare in particolare la relatrice, la collega Braga, le sottosegretarie De Micheli e Amici, che hanno supportato questo lavoro, per l'attenzione posta per comprendere e, ove possibile, accogliere le tante istanze che i colleghi hanno sottoposto all'attenzione della Commissione. Un grazie anche gli uffici, per la collaborazione e anche per la disponibilità che hanno dato. Ricordo che, a differenza di quello che è stato detto, il testo del provvedimento era già disponibile da sabato mattina sul sito della Camera, dando la possibilità a tutti di approfondirlo e di migliorarlo ulteriormente.
Ma veniamo al merito. Questo è il decreto «sisma», il decreto per interventi per il terremoto, sul quale si sono innestati interventi per altri eventi, quelli del maltempo, ma il tema è il terremoto, la ricostruzione di territori che sono stati devastati dal sisma. Le risorse non possono essere disperse allargando a dismisura, nella logica del «più uno», i comuni interessati, si arriverebbe ad inserire, così come chiese a suo tempo – io penso in modo simpatico – la sindaca di Roma, anche la capitale fra i comuni danneggiati dal terremoto, e questo a scapito delle risorse delle popolazioni che hanno necessità di veder ricostruite le loro comunità, gli edifici e le economie di quelle zone. Il decreto pone attenzione a molteplici aspetti, a tanti aspetti, non soltanto della ricostruzione degli edifici ma della ricostruzione del tessuto sociale ed economico delle quattro regioni. Una delle criticità – perché anche di questo dobbiamo parlare e di come questo decreto riesce a superarle e a dare delle risposte – ha riguardato la complessità dei procedimenti, la burocrazia, quindi è apprezzabile l'accelerazione che c’è stata in alcuni provvedimenti, in alcune disposizioni – sulle quali poi tornerò – per semplificarla e renderla più fruibile agli interessati. Stiamo superando definitivamente la fase della sovrapposizione fra l'emergenza e la ricostruzione, che in qualche fase ha creato delle criticità.
Ma la Protezione civile sta fortunatamente uscendo da questo contesto, perché la fase dell'emergenza sta finendo. È quindi anche l'occasione per ringraziare il sistema della Protezione civile, dal suo direttore fino ai sindaci e a tutti gli operatori e i volontari, che hanno dato delle risposte di grande generosità e di grande professionalità. Quello che ritengo debba essere colto in questo provvedimento è la filosofia, la ratio di un decreto che ha l'obiettivo di dare delle risposte immediate a situazioni di emergenza senza abbassare la guardia della legalità e della trasparenza.
Tra le misure più significative – molte delle quali sono state già esposte dalla relatrice – mi piace ricordarne alcune che ritengo particolarmente significative, tra cui quella di dotare i comuni interessati di studi di microzonazione sismica, perché penso che sia un salto di qualità di attenzione verso il territorio che pone i presupposti per interventi anche a seguire; il coinvolgimento dei livelli istituzionali che nei primi provvedimenti avevano avuto un ruolo meno significativo, come le unioni dei comuni, le unioni montane o le stesse province; la valorizzazione della partecipazione delle popolazioni, il coinvolgimento dei cittadini nelle scelte in materia di pianificazione e sviluppo territoriale relativamente agli strumenti urbanistici. Su questo penso che una riflessione la dovremmo fare in quest'Aula, cioè sull'opportunità di andare ancora oltre e di riportare la piena titolarità, anche nella fase dell'elaborazione degli strumenti urbanistici, direttamente ai comuni, anziché, come è oggi, ancorata in capo alla struttura commissariale.
Alcune risposte, peraltro, sono pervenute, proprio a giustificare la buona qualità di questo impianto, dopo l'adozione del decreto-legge che stiamo convertendo, anche a livello amministrativo, superando quindi la necessità di interventi normativi. Penso all'ordinanza commissariale sui criteri di delocalizzazione delle attività produttive, che ha evitato quindi un cogente intervento legislativo. Mi auguro che alla stessa stregua segua anche un'attenzione particolare sui prossimi provvedimenti relativi alla valutazione dei parametri da adottare per la ricostruzione pesante, che non possono essere penalizzanti per questi territori rispetto ad altri eventi sismici che si sono verificati negli anni scorsi. Ma relativamente alla semplificazione – sembrano cose banali ma sono importanti –, è necessaria la previsione di procedure nuove e più semplici per le ordinanze di demolizione e di messa in sicurezza dei beni di proprietà privata in caso di un rilevante numero di destinatari, che spesso diventa un’impasse che poi crea a cascata tutta una serie di problemi burocratici, nonché la possibilità per le regioni di anticipare fino al 30 per cento il contributo per la realizzazione delle opere di urbanizzazione nel settore zootecnico da parte degli operatori danneggiati. Sembra che di provvedimenti che vanno in questa direzione ce ne siano molti. Relativamente a quelli che riguardano le imprese, l'estensione al 2017 dei finanziamenti concessi ai sensi dell'articolo 24 del decreto-legge n. 189 è quanto mai importante per lei micro, piccole e medie imprese, che sono il tessuto portante di quelle economie, perché poter avere finanziamenti agevolati a tasso zero a copertura del 100 per cento degli investimenti per il ripristino ed il riavvio delle attività economiche è un volano che può consentire sia alle popolazioni di ritornare sia a quelle economie di ripartire. Come pure ritengo che l'ampliamento di alcuni termini, quelli ad esempio concessi ai privati per la realizzazione di interventi di immediata esecuzione ed ammissibili a contribuzione, portandoli al luglio 2017, significa dare maggiore possibilità di superare quelle criticità che in passato ci sono state.
Attenzione, dicevo, a 360 gradi, che ha riguardato – lo ricordava la collega Braga – anche le scuole, con gli interventi relativi alle scuole e all'attività didattica.
Ci sono interventi, in materia ambientale, quanto mai significativi che dobbiamo valorizzare, non dico enfatizzare, ma sicuramente valorizzare: ad esempio, quello che riguarda le macerie, sulle quali si è detto di semplificare – e torniamo anche al tema della semplificazione –, con la possibilità di portare le macerie direttamente ad operazioni di recupero o di riutilizzo, anziché necessariamente fermarsi alla fase dello stoccaggio.
Con riferimento ad altri interventi relativi al danno indiretto, sul quale alcuni colleghi si sono addentrati, io ritengo che sia, invece, un elemento qualificante – quanto mai qualificante – e che sia l'esito di una sintesi che relatrice e Governo hanno fatto, io ritengo, in modo ottimo, perché, per la prima volta, a parte una piccola esperienza relativa al sisma che aveva colpito Marche ed Umbria nel 1997, si apre uno scenario nuovo per le imprese. Ricordiamo che sono coinvolte le imprese delle province che hanno comuni che sono inseriti negli allegati 1 e 2, quelli del cosiddetto cratere; riguarda le piccole imprese, riguarda le strutture alberghiere, turistiche, commerciali, insomma tutti coloro che effettivamente hanno avuto dal sisma un danno. Pensare di estenderlo a dismisura significa vanificare l'efficacia di questo provvedimento.
Le risorse: partire con 23 milioni è già una buona base di partenza. La disponibilità, annunciata anche in Commissione, di verificare, poi, alla luce delle istanze, eventuali ulteriori implementazioni del fondo è un altro elemento positivo, del quale io ringrazio il Governo e mi auguro che se dovesse esserci necessità – e sono sicuro e così sarà –, il Governo provvederà ad ottemperare.
L'attenzione è andata anche verso gli amministratori locali: soprattutto i sindaci sono stati i veri simboli di questo sisma, i veri eroi di questo sisma, coloro che hanno sacrificato tempo, famiglia alla propria comunità, ventiquattro ore su ventiquattro, per interi mesi. E anche se il correttivo non è impattante dal punto di vista economico, però è significativo voler riconoscere loro, poter riconoscere loro la possibilità di adeguare quella indennità che c’è nei piccoli comuni – perché qui stiamo parlando, sostanzialmente, di tantissimi, di centinaia di piccoli comuni –, un'indennità che è esigua, ad un livello, io ritengo, più dignitoso. Penso sia il minimo sindacale, il minimo che dobbiamo a questi amministratori.
Altro elemento importante ed impattante, invece, è quello relativo alla sospensione dei termini degli adempimenti tributari e alla possibilità di rateizzazione. Non ritorno su quanto già ha chiaramente riferito la relatrice sul senso di quel provvedimento, però poter rateizzare almeno in diciotto mesi il rimborso dei tributi che sono stati sospesi diventa un dato che ha un impatto sociale rilevante perché riguarda gran parte della popolazione. Questo va collegato anche agli interventi che sono previsti in altri provvedimenti. Questo è un provvedimento che ha un'anima, che ha un cuore, che ha un'attenzione verso le fasce più deboli, perché queste misure di sostegno vanno ad integrare quelle che sono già previste nelle disposizioni sul contrasto alla povertà e inserirle in un provvedimento come questo significa avere attenzione veramente ad uno sviluppo in cui nessuno viene lasciato indietro.
Mi avvio alla conclusione.
Tornando agli articoli di alcuni provvedimenti anche in materia ambientale e ad alcune proroghe dei termini, ha un impatto, che, probabilmente, ai più può sembrare poco noto, l'esenzione dal pagamento dell'ecotassa dell'addizionale per il tributo in discarica da parte dei comuni. Sono 4 euro a tonnellata e, considerando la rilevante mole di rifiuti che sono prodotti dalle macerie, in parte recuperabili, ma in parte no, e l'impossibilità, probabilmente, per alcuni comuni – io parlo per i comuni della regione Marche, ma parliamo anche di quelli dell'Umbria o di altre realtà che hanno raccolte differenziate molto elevate –, di superare l'obiettivo del 65 per cento di legge aumentando proprio il quantitativo di rifiuto indifferenziato, l'impatto dell'esenzione dal pagamento dell'addizionale è quanto mai importante. Come significativo, per tutte le imprese che non hanno la possibilità materiale e fisica di presentare la denuncia annuale sui rifiuti prodotti – il MUD –, è di poterla attestare tramite una dichiarazione sostitutiva. Infatti, senza questo provvedimento rischieremmo di far trovare queste imprese nell'impossibilità di rendere una dichiarazione, con il rischio di pesanti sanzioni. Significativa – e questo si ricollega ad un provvedimento che ha una strategia che risponde ad una logica – è la previsione dell'acquisizione di immobili ad uso abitativo da parte dell'ERAP. Era un provvedimento sollecitato dalle autonomie locali, perché la possibilità di acquisire a patrimonio pubblico degli immobili che sono attualmente sfitti, di utilizzarli in questa fase di emergenza e poterli, poi, avere a disposizione per far fronte ad un altro problema cronico del nostro Paese – che è quello di poter dare delle risposte a chi casa non l'ha, evitando di consumare suolo, di costruire e creare anche i presupposti, poi, con ulteriori spese per i comuni, per le urbanizzazioni, per le infrastrutture e quant'altro – risponde a quella strategia di economia circolare sulla quale, penso in modo virtuoso, il Governo e il Parlamento si sono avviati in questi ultimi anni.
Sempre in materia di interventi nel settore delle imprese, quello dei contratti di sviluppo nei territori colpiti dagli eventi sismici penso che sia un altro elemento fortemente caratterizzante di questo provvedimento, perché è un uno strumento di forte incentivazione per le imprese che, singolarmente o in forma associata, intendono realizzare investimenti in territori che hanno necessità di investimenti.
Vado alla conclusione, signor Presidente. Per sintetizzare il tutto, ritengo che questo provvedimento ponga delle basi significativi ed importanti. Va completato, come il Governo si è impegnato a fare, con una disposizione che riguardi le zone franche urbane; poi, come Parlamento, ovviamente, dovremo ritornare, se ci sarà necessità, sull'impianto di questa situazione, che speriamo non abbia ulteriori seguiti in termini di eventi sismici. Io ritengo che possiamo dirci soddisfatti del lavoro svolto. Auspico che anche quegli accenti critici, che, con tutto il rispetto dei colleghi, sono stati enfatizzati da alcuni in Aula e non in Commissione, dove c’è stato, invece, un clima molto corretto e costruttivo, ci diano i presupposti per poter migliorare ulteriormente questo provvedimento.